Paula Rego, dipingere l’attivismo
“È indispensabile che le donne abbiano una scelta” ha affermato Paula Rego, artista portoghese per accompagnare alcune sue opere che hanno fatto molto scalpore in Portogallo.
Perché?
Perché Paula nella serie di lavori intitolata Untitled. The abortion pastels (1998). Ogni tela raffigura l’immagine di una donna che subiva un aborto pericoloso. E lo fa come risposta a un referendum sulla legalizzazione dell’aborto in Portogallo che ebbe esito negativo. Paula Rego si oppone alla criminalizzazione dell’interruzione di gravidanza affermando che il movimento antiaborto criminalizza le donne e in alcuni casi metterà le donne, soprattutto quelle povere, in situazioni potenzialmente mortali.
La serie era stata ispirata sia dalle sue esperienze personali che da quelle delle sue studenti. Ritratte con duro realismo, le donne dei quadri ci raccontano di un mondo silenzioso, ma reale per molte donne (ancora oggi). Il lavoro di Paula è stato parte integrante nel cambiare l’opinione pubblica portoghese dove l’aborto è stato depenalizzato (solo) il 10 aprile 2007.
L’utero, l’organo che dà la vita, emetteva anche la voce e nel termine greco omphalos si riconosce il termine omphé (parola) e ompheuein (vaticinare).
Mary Cassatt, scene di Carnevale italiano
Nata in una famiglia abbiente, ma contraria al suo desiderio di diventare artista, Mary Cassatt (Pittsburgh, 22 maggio 1844 – Château de Beaufresne, 14 giugno 1926) studia alla Pennsylvania Academy of the Fine Arts di Philadelphia. Dopo poco tempo, insoddisfatta della formazione ricevuta, decide di trasferirsi a Parigi accompagnata dalla madre e da alcune amiche. Non potendo frequentare l’École des Beaux Arts poiché donna, prende lezioni private da Jean-Léon Gérôme, Charles Chaplin e Thomas Couture, e frequenta quotidianamente il Louvre.
A causa della guerra franco-prussiana torna negli Stati Uniti: a New York espone ricevendo molti apprezzamenti ma non vendere un’opera, a Chicago perde molti dipinti in un incendio, l’arcivescovo di Pittsburgh le commissiona due opere del Correggio, sovvenzionandole un viaggio a Parma. Ed è proprio in questa occasione che dipinge il quadro che vedete qui sotto. Durante il Carnevale era uso delle giovani donne gettare fiori ai gentiluomini per dimostrare loro interesse.
Insieme all’amica artista Emily Sartain soggiorna anche a Madrid, Siviglia e si stabilisce a Parigi. Espone al Salon (1868-1876) e aderisce al movimento impressionista (1878-1886) grazie al sodalizio artistico con Degas. Successivamente sperimenta tecniche diverse. I dipinti di Mary Cassatt si concentrano sulla vita delle donne di fine Ottocento, con particolare attenzione al legame tra madri, figli/e. In tarda età, rientrata negli Stati Uniti, sostiene la causa del voto alle donne, esponendo 18 opere per supportare il movimento (1915). Tra i riconoscimenti la Legione d’onore (1904).
Oggi le opere di Mary Cassatt sono esposte in varie collezioni private e pubbliche, tra cui National Gallery of Art, Brooklyn Museum, Philadelphia Museum of Art, Art Institute di Chicago, National Portrait Gallery di Washington D.C. e Museum of Fine Arts di Boston.
Notte dei Musei 2019 – Santa Caterina Treviso
Iera sera ho approfittato della Notte dei Musei 2019 per visitare la Pinacoteca di Santa Caterina a Treviso. Una bella visita, ma poi mi manca sempre qualcosa. Perché? Perché mi occupo di Storia delle Donne e mi accorgo che negli incontri generalisti di Donne si parla sempre poco.
Così in questo post vorrei dare qualche indicazione per visitare la Pinacoteca se si cercano materiali rispetto alle Donne. Innanzitutto mi pare importante sottolineare che la Pinacoteca nasce e cresce grazie a lasciti importanti, il primo e probabilmente più importante risale al 1847, quando la contessa Margherita Grimaldi Prati destinò al Comune la propria eredità, consentendo la costituzione di una Pinacoteca, all’epoca inesistente. Tra i lasciti poi ci saranno anche quelli di Luigia Codemo, Luisa Gregorj e Teresita Lorenzon Gaetani.
Nella sala 6 mi hanno colpito due quadri di Domenico Capriolo, Allegoria della Geometrica e dell’Idraulica con stemmi della Famiglia Benaglio e Natività (La Levatrice Incredula) che probabilmente si rifà a una tradizione consolidata ma sconosciuta nell’immaginario comune.
Nella sala 8 il quadro di Ludovico Pizzoserrato, Concerto all’aperto porta con sé l’enigma di essere forse parte di un quadro più grande, ma nello stesso tempo ci racconta di donne che suonavano e partecipavano ai concerti.
Nella sala 9 Wunderkammer, ricostruzione di un Gabinetto delle Curiosità o delle Meraviglie, troviamo tra le medaglie commemorative ritratti di Isotta degli Atti, Emilia di Montefeltro e Eleonora d’Aragona realizzate da Matteo de’ Pasti.
Nella manica lunga mi ha colpito il quadro di Antiveduto Gramatica Santa Cecilia e due angeli musicanti soprattutto per la visione “alternativa” del quadro che è stata sollevata recentemente, ossia che uno degli angeli sia un’arpista alla corte dei Gonzaga.
Mi dispiace molto che nella visita guidata non si sia dato spazio alle opere di Rosalba Carriera, che ho intravisto velocemente mentre un usciere sollecitava l’uscita.
Questo in sintesi ciò che ho recuperato di Storia delle Donne mentre ascoltavo la visita guidata. Ci sono molte domande che mi frullano in testa, e che cercherò di approfondire perché é fondamentale ricostruire ciò che le donne hanno fatto nel passato.