La solidarietà femminile, un tesoro culturale e politico
Siamo in tempo di elezioni … ma dai? mica ce ne eravamo accorte … non si può più guardare la televisione, camminare per le città, interagire su facebook o altri siti senza essere investite da un inquinamento visivo e uditivo di candidati e candidate che richiedono la nostra attenzione per avere il nostro voto.
Una delle novità di queste elezioni sono **** le donne ****
Ci rendiamo conto? Più della metà della popolazione è considerata una novità il che la dice lunga sull’attenzione che il potere politico pone alla società di cui dovrebbe essere espressione.Sappiamo già che cosa penso rispetto ai partiti politici – vedete il post sul manifesto di Simone Weil e la soppressione dei partiti politici, appunto – tuttavia visto che mi pare lontana questa possibilità – e non basta cambiare i nomi per cambiare la sostanza delle cose [quindi per me anche i movimenti, collettivi, etc etc sono sostanzialmente partiti perché replicano la struttura piramidale del potere]. Il mio contributo attivo sarà quindi quello di dare qualche indicazione alle donne e agli uomini per cambiare il modo in cui gestiscono il Potere
Le donne credono che ascoltare e sostenere l’altra persona sia uno dei modi fondamentali attraverso cui si manifesta l’amore. Sentono che in un rapporto personale è fuori luogo essere competitive, distanti o emotivamente non in sintonia. La capacità di osservazione e di ascolto dei sentimenti interiori degli altri è una risorsa culturale enorme. I rapporti interattivi, che si fondano su tali capacità, rappresentano un buon modello per tutte le relazioni e anche per le istituzioni politiche e sociali;tuttavia si tratta di abilità potenzialmente pericolose per le donne in un rapporto personale non paritario in cui i loro bisogni emotivi non vengano appagati, per esempio quando un uomo fa il divo e la donna viene relegata a un ruolo secondario.
La disponibilità femminile è stata tanto ridicolizzata che oggi, purtroppo, molte donne cercano di reprimere questa e altre qualità a causa della grande pressione esercitata dalla società. Si pensi a situazioni come quelle che si verificano, per esempio, nel mondo del lavoro, dove si chiede loro di assumere un comportamento “più maschile” di “controllare i propri sentimenti”, di “non parlare troppo”, cioè di essere “assertive” per usare una parola oggi in voga.
Non staremmo tutti molto peggio se le donne non mettessero più a disposizione le loro qualità relazionali, quali la capacità di essere premurose, di sostenere l’altra persona e di prendersene cura, di giocare ad essere “lievi”?Invece di ridicolizzarle, la società dovrebbe apprezzarle. Gli uomini dovrebbero imparare a essere più affettuosi, a divertirsi di più e ad essere più aperti, più muliebri, meno rigidi e ipnotizzati dalla competizione maschile.
[Shere Hite – La solidarietà femminile, un tesoro culturale]