Bambole e soldatini
Ieri un mio amico di facebook ha condiviso questa filastrocca di Gianni Rodari
Semplice.
Dovrebbe essere altrettanto efficace.Mi stupisco sempre quando nel periodo natalizio si fanno una serie di articoli sui giocattoli “di genere”.
Perché alle bambine si regalano bambolotti che le educano a fare le madri?
Perché alle bambine si regalano cucine che le educano a fare le casalinghe?
Perché alle bambine si regalano Barbie e altre bambole che impongono loro un modello di bellezza?Tutto condivisibile, perché imporre a qualcuno un modello è oppressione.
Ma con i bambini a cui si regalano caterve di soldatini come la mettiamo?
Non pensiamo davvero che le guerre fatte per gioco creino in loro un’attitudine alla guerra (reale o simbolica) una volta diventati adulti?E allora la soluzione sarebbe che anche le bimbe giocassero ai soldatini, correndo il rischio di diventare virili, ma comunque contribuendo al sostegno di questa visione coloniale della vita?
Domina o sarai dominato?
A mio avviso vedo molte più implicazioni negative nell’educare alla guerra piuttosto che alla maternità.
Come ci ricorda Hannah Arendt “libertà non significa rendersi massimamente indipendente da tutto e da tutti, bensì che le creature possano partecipare al gioco del mondo con nuove pratiche, poiché con la loro nascita si è dato inizio a qualcosa si nuovo”.
Forse la percezione di sé a partire dalla nascita, con una valorizzazione simbolica e reale della maternità e del nascere in relazione, potrebbe indurci a uno scambio incentrato sulla natività e sulla vitalità che ci accomuna.
Uno scambio capace di esaltare ciò che ci unisce e non quello che separa e che appunto perché separa è in grado di attivare guerre e relative giustificazioni.
Charlie Hebdo (tanto ne parlano tutti)
Bene
E’ arrivato il momento che anche io scriva qualcosa rispetto a ciò che è avvenuto a Parigi il 7 gennaio.
Visto che sono proprio qui a Parigi.
Visto che ci ho pensato molto.
Visto che ne parlano tutti e allora perché sottrarsi?Non farò il riassunto di ciò che è successo, né tantomeno voglio schierarmi pro o contro illuminando chi legge con tesi complottistiche etc etc…
Sono una studiosa e quindi voglio condividere delle letture che possono dare una mano ad acquisire consapevolezza degli interessi in gioco e a ragionare prima di schierarsi senza se e senza ma contro un nemico che può essere anche simbolicamente inventato.Molto spesso la realtà è più complessa di ciò che vorremmo.
Ci sono interessi di potere in gioco, ma c’è anche la nostra vita. Difendiamola aumentando il sapere e forse saremo in grado di non rifare gli errori di un passato che non è poi così lontano (per noi italiani e per noi europei).Primo consiglio di lettura: Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo e aggiungo questo video che mi è piaciuto molto per la chiarezza con cui viene spiegato il pensiero di Hannah
E una breve citazione che può invogliare alla lettura Nulla è caratteristico dei movimenti totalitari in genere, e della qualità della fama dei loro capi in specie, come la sorprendente rapidità con cui questi sono dimenticati e la sorprendente disinvoltura con cui sono sostituiti
Il secondo consiglio è il libro di Eric Hobsbawm e Terence Ranger, L’invenzione della tradizione con anche qui una breve citazione-riassunto Le tradizioni che ci appaiono, o si pretendono antiche, hanno spesso un’origine piuttosto recente, e talvolta sono inventate di sana pianta. […] In genere le nazioni moderne, con tutto il loro armamentario (simboli nazionali, nazionalismo, storie nazionali, stato nazionale…) pretendono di essere l’opposto della novità, si dichiarano radicate nell’antichità più remota, non richiedono altro che l’autoaffermazione.
L’unico consiglio che mi sento di dare per poter creare una società più egualitaria che tenga conto delle differenze culturali, linguistiche, di usi e costumi, … è quello di scrollarci di dosso l’etnocentrismo e la superbia di essere chi porta la democrazia nel mondo perché l’ha inventata …