• L’erotico come potere

    Se c’è una cosa che mi infastidisce molto è l’idea che le donne siano sempre divise in due categorie: le sante e le puttane. Narrate in questo modo siamo co-strette dentro un modello che non è quello scelto da noi. Siamo frustrate, in ogni caso, perché dobbiamo aderire ad un modello, altrimenti non siamo viste, considerate. E il non essere considerate è fonte di infelicità.

    La narrazione delle donne, storicamente, è sempre stata fatta a partire dal corpo. Le donne per molti secoli non hanno avuto un’anima, non hanno avuto un cervello. Non avendo pensieri l’unico modo in cui potevano essere considerate era a partire dal corpo. Anche oggi in molti casi è così. E lo vediamo dal masochismo con cui trattiamo il nostro corpo, noi donne. Anoressia, bulimia, sciatteria, interventi chirurgici sono solo alcuni esempi di come il corpo sia importante. E se è importante il corpo, è importante anche il piacere che passa, è prodotto, esce dal nostro corpo.

    Di conseguenza anche gli aspetti sessuali e sensuali sono fondamentali. C’è bisogno di indagare il nostro desiderio femminile, di autodeterminarlo, di esprimerlo al di fuori della narrazione maschile. Così non saremo più sante o madonne due facce di una stessa medaglia da cui ci dobbiamo liberare. E liberandoci da questi stereotipi, libereremo anche il senso di sorellanza con le altre donne, perché non saremo costrette a puntare il dito l’una contro le altre nell’asservimento a un modello maschile patriarcale che mira a dividere le donne tra loro.

    Vi propongo quindi un estratto di Audre Lorde sull’Use dell’erotico come potere 

    La parola “erotico” viene dalla parola greca “eros”, la
    personificazione dell’amore in tutti i suoi aspetti. Eros è nato dal
    Caos, e personifica il potere creativo e l’armonia. Quando parlo
    dell’erotico, dunque, ne parlo come di un’ asserzione della forza vitale
    delle donne; di quella potenziata energia creativa, la cui conoscenza e il
    cui uso stiamo ora rivendicando nel nostro linguaggio, nella nostra
    storia, nella nostra danza, nel nostro amore, nel nostro lavoro, nelle
    nostre vite. Ci sono frequenti tentativi di equiparare pornografia ed
    erotismo, due usi del sessuale diametralmente opposti. In seguito a questi
    tentativi, è diventato di moda separare lo spirituale dal
    politico, vederli come contraddittori o antitetici. Nello stesso
    modo, abbiamo separato lo spirituale e l’erotico, riducendo così lo
    spirituale ad un mondo di piatta affettazione – un mondo dell’ascetica che
    aspira a non sentire nulla. Ma tutto ciò è lontano dalla verità, perchè
    la posizione dell’ascetica è quella della massima pausa, della più grave
    immobilità. La severa astinenza dell’ascetica diventa l’ossessione
    dominante. Ed è quella non di un autodisciplina, ma di un
    auto-abnegazione. La dicotomia tra lo spirituale e il politico è
    anch’essa falsa,risultato di un’incompleta attenzione alla nostra
    consapevolezza erotica. Perchè il ponte che li connette è formato
    dall’erotico, dal sensuale, dalle espressioni fisiche, emotive e psichiche
    di ciò che è più forte,profondo e ricco entro ciascuna di noi: le
    passioni d’amore, nei suoi più profondi significati. La frase “sento che
    mi fa star bene” riconosce la forza dell’erotico come una vera
    consapevolezza; significa che ciò che si sente è la prima e più potente
    luce-guida verso ogni comprensione. E la comprensione è una ancella che
    può solo servire, o chiarificare,quella consapevolezza profondamente
    nata. L’erotico è la nutrice di tutta la nostra più profonda
    coscienza. L’erotico funziona per me in molti modi, ed il primo è nel
    potere che deriva dal condividere profondamente qualcosa con un’altra
    persona. Condividere la gioia, sia fisica che emotiva, psichicha o
    intellettuale crea un ponte tra coloro che la condividono che può essere
    la base per comprendere di più quello che non è condivisotra loro, e
    riduce la minaccia della loro differenza. Un altro modo importante in cui
    la relazione erotica agisce è la sottolineatura aperta e senza paura
    della mia capacità di gioia. Come il mio corpo si distende con la musica e
    si apre in risposta ad essa, ascoltando i suoi ritmi più profondi, così
    ad ogni livello del sentire mi apro all’esperienza eroticamente
    soddisfacente, sia essa danzare, costruire uno scaffale, scrivere un
    poema, esaminare un’idea. Quando questa relazione con me stessa è
    condivisa, è una misura della gioia che so di poter sentire, un promemoria
    della mia capacità di sentire. E quella profonda e insostituibile
    conoscenza della mia capacità di gioia mi porta ad esigere che tutta la
    mia vita venga vissuta nella consapevolezza che questa soddisfazione è
    possibile, e non deve essere chiamata matrimonio, nè dio, nè un’altra
    vita. Questa è una delle ragioni per cui l’erotico è così temuto, è così
    spesso relegato nella camera da letto, oppure non viene addirittura
    riconosciuto.Perchè una volta che cominciamo a sentire profondamente
    tutti gli aspetti delle nostre vite,cominciamo ad esigere di sentirci, e
    che le occupazioni delle nostre vite ci facciano sentire in sintonia
    con quella gioia di cui sappiamo essere capaci. La nostra consapevolezza
    erotica ci potenzia e diventa una lente attraverso la quale scrutiamo
    tutti gli aspetti della nostra esistenza; e ci obbliga a valutare questi
    aspetti onestamente,nei termini del loro relativo significato nelle
    nostre vite. E questa è una seria responsabilità, proiettata all’interno
    di ciascuna di noi, che non ci permette di accontentarci di ciò che è
    conveniente, scadente di accettare l’aspettativa convenzionale, la
    semplice sicurezza. Durante la seconda guerra mondiale, compravamo
    pacchetti sigillati di bianca e incolore margarina,con una minuscola
    pillola colorata di giallo intenso collocata come un topazio proprio
    dentro l’involucro chiaro del pacchetto. Dovevamo lasciare la margarina
    fuori per un pò ad ammorbidire, e poi dovevamo sbriciolare la pillola nel
    pacchetto, distribuendo il ricco colore giallo dentro la massa soffice e
    pallida della margarina. Poi prendendola attentamente tra le
    dita, dovevamo impastarla dolcemente avanti e indietro, ancora e
    ancora, finchè il colore non si fosse amalgamato in tutta la libbra di
    margarina, lasciondola completamente colorata. Considero l’erotico come un
    simile nucleo in me stessa. Quando viene liberato dalla sua costrittiva
    pillola, fluisce e colora intensamente la mia vita con una energia che
    innalza, sensibilizza e rafforza tutta la mia esperienza.

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