• Non parlare ma agisci … o almeno balla !!!

    I conitnui discorsi mi annoiano …
    le persone passano troppo tempo a parlare
    spiegarsi, confrontarsi nei discorsi
    a volte è meglio passare all’azione
    provare a fare, tentare nuove strade

    LA DANZA 
     

    Ti ho mandato il mio invito,
    La nota inscritta sul palmo della mia
    mano dal fuoco delle vita.
    Non saltare su e urlare “Sì, questo
    è quello che voglio! Facciamolo!”
    Alzati in piedi con calma e balla con
    me.
    Mostrami come segui i tuoi desideri più
    profondi,
    scendendo a spirale nel dolore dentro
    al dolore
    e io ti mostro come raggiungo l’interno
    e mi apro all’esterno
    per sentire il bacio del mistero,
    dolci labbra sulle mie, ogni giorno.
    Non dirmi che vuoi tenere il mondo
    intero nel tuo cuore.
    Mostrami come eviti di fare torto a
    qualcun altro
    senza abbandonare te stesso
    quando sei ferito e hai paura di non
    essere amato.

    Raccontami una storia di chi sei
    e vedi chi sono io nelle storie che
    vivo.
    E insieme ci ricorderemo che ognuno di
    noi ha sempre una scelta.

    Non dirmi come saranno meravigliose le
    cose … un giorno.
    Mostrami che sai rischiare di essere
    completamente in pace,
    veramente a posto con il modo in cui le
    cose sono ora in questo momento
    e ancora in seguito e in seguito e in
    seguito …

    Ho ascoltato abbastanza storie di
    guerrieri di eroico ardire.
    Dimmi come crolli quando colpisci il
    muro,
    il posto oltre il quale non puoi andare
    con la forza della tua volontà.
    Cosa ti porta dall’altro lato del muto,
    dalla fragile bellezza della tua
    umanità?

    E dopo che ci siamo mostrati reciprocamente come
    abbiamo posto e mantenuto

    i chiari, sani confini che ci aiutano a
    vivere fianco a fianco l’uno all’altro,
    rischiamo di ricordare che non
    smettiamo mai silenziosamente di amare
    coloro che una volta abbiamo amato
    rumorosamente.

    Portami nei posti sulla terra che ti
    hanno insegnato a ballare,
    i posti dove puoi rischiare di lasciare
    che il mondo rompa il tuo cuore.
    E io ti porterò dove la terra sotto i
    miei piedi e le stelle in cielo
    rendono il mio cuore colmo ancora ed
    ancora.

    Mostrami come ti prendi cura degli affari senza
    lasciare che gli affari determino chi sei.

    Quando i bambini sono nutriti, ma
    ancora le voci dentro ed intorno a noi gridano
    che i desideri dell’anima hanno un
    prezzo troppo altro, ricordiamoci l’uno all’altro
    che non è mai una questione di soldi.

    Mostrami come offri alla tua gente e al mondo le storie e le
    canzoni che vuoi

    che i figli dei nostri figli ricordino.
    E io ti mostrerò come lotto non per
    cambiare il mondo, ma per amarlo.
    Siediti a fianco a me nei lunghi
    momenti di condivisa solitudine
    conoscendo sia la nostra assoluta
    solitudine sia il nostro innegabile appartenere.

    Danza con me nel silenzio e nel suono
    di piccole quotidiane parole,
    senza tenere né l’uno né contro di me
    alla fine del giorno.
    E quando il suono di tutte le
    dichiarazioni delle nostre più sincere intenzioni
    è stato spazzato via dal vento,
    danza con me nell’infinita pausa prima
    del prossimo grande inalo di respiro
    che sta alitando noi tutti nell’essere,
    non riempiendo il vuoto dall’esterno o
    dall’interno.

    Non dire, “Sì!”
    Prendi la mia mano e balla con me.
    Oriah Mountain Dreamer, The Dance
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  • La bellezza (piccolo omaggio a Cristina Campo)

    In questi giorni sto pensando molto ad atti di coraggio.
    Miei atti di coraggio.
    Atti di coraggio degli altri.
    Atti di coraggio delle altre.
    Atti di coraggio d’amore.
    Atti di coraggio nelle relazioni.
    Atti di coraggio di sovvertire l’ordine costituito.

    Mi sono tornate alla mente questi versi di William carlos Williams tradotti da Cristina Campo

    “Ma è vero,
    essi la temono,
    più della morte:
    si teme la bellezza, 
    più di quanto non si teme la morte.
    E hanno ragione, 
    perché accettare la bellezza 
    è accettare una morte, 
    una fine del vecchio uomo,
    una difficile nuova vita.” 
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  • Desiderio (vinci tu…)

    Oggi ho un desiderio che non mi esce dalla testa.
    E mi fa bene
    E mi fa male
    Ma c’è ed è difficile farlo scomparire

    Ho trovato questa poesia assolutamente adatta

    Danzate nel Vostro Sacro Fuoco

    Shakti è ciò che si muove, che danza,
    che respira, che si estende al di là di
    quello che si è sognato per se stessi.
    Shakti è ciò che spinge il seme a germogliare,
    l’universo ad espandersi, l’uccello a migrare,
    è l’energia nucleare al centro di tutte le cose.
    Il modo più diretto che possiamo sperimentare la potenza della Shakti
    è l’urgenza che brucia di desiderio.
    (Sì, tuffiamoci sorelle, proprio in quel calore.)
    Il desiderio può essere veleno,
    e il desiderio può essere la medicina.
    Sappiamo tutti come possiamo perderci nelle ossessioni,
    nelle dipendenze, nel desiderio senza fine e nel bisogno.
    Si ~ ~ desiderio lasciato nell’inconscio,
    può condurre verso luoghi bui.
    Ma lo stesso desiderio, radicato nel servizio,
    è il tuo elisir di lunga vita.
    Abbiate il coraggio di desiderare di dare i vostri doni , il desiderio
    di un mondo migliore, il desiderio di vivere con l’amore, per creare
    bellezza, che sarà nutrimento per tutti noi.
    Il coraggio di lasciare che quella fiamma sacra dentro di voi
    cresca calda e pericolosa,
    e sarete in grado di guardare il mondo dritto negli occhi,
    e dire
    oh sì, ho visto nella profondità della bellezza
    e io non mi accontento di niente di meno.

    Danzate nel Vostro Sacro Fuoco.




    l’urgenza che brucia di desiderio rimodula il mio rapporto col tempo …

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  • L’erotico come potere

    Se c’è una cosa che mi infastidisce molto è l’idea che le donne siano sempre divise in due categorie: le sante e le puttane. Narrate in questo modo siamo co-strette dentro un modello che non è quello scelto da noi. Siamo frustrate, in ogni caso, perché dobbiamo aderire ad un modello, altrimenti non siamo viste, considerate. E il non essere considerate è fonte di infelicità.

    La narrazione delle donne, storicamente, è sempre stata fatta a partire dal corpo. Le donne per molti secoli non hanno avuto un’anima, non hanno avuto un cervello. Non avendo pensieri l’unico modo in cui potevano essere considerate era a partire dal corpo. Anche oggi in molti casi è così. E lo vediamo dal masochismo con cui trattiamo il nostro corpo, noi donne. Anoressia, bulimia, sciatteria, interventi chirurgici sono solo alcuni esempi di come il corpo sia importante. E se è importante il corpo, è importante anche il piacere che passa, è prodotto, esce dal nostro corpo.

    Di conseguenza anche gli aspetti sessuali e sensuali sono fondamentali. C’è bisogno di indagare il nostro desiderio femminile, di autodeterminarlo, di esprimerlo al di fuori della narrazione maschile. Così non saremo più sante o madonne due facce di una stessa medaglia da cui ci dobbiamo liberare. E liberandoci da questi stereotipi, libereremo anche il senso di sorellanza con le altre donne, perché non saremo costrette a puntare il dito l’una contro le altre nell’asservimento a un modello maschile patriarcale che mira a dividere le donne tra loro.

    Vi propongo quindi un estratto di Audre Lorde sull’Use dell’erotico come potere 

    La parola “erotico” viene dalla parola greca “eros”, la
    personificazione dell’amore in tutti i suoi aspetti. Eros è nato dal
    Caos, e personifica il potere creativo e l’armonia. Quando parlo
    dell’erotico, dunque, ne parlo come di un’ asserzione della forza vitale
    delle donne; di quella potenziata energia creativa, la cui conoscenza e il
    cui uso stiamo ora rivendicando nel nostro linguaggio, nella nostra
    storia, nella nostra danza, nel nostro amore, nel nostro lavoro, nelle
    nostre vite. Ci sono frequenti tentativi di equiparare pornografia ed
    erotismo, due usi del sessuale diametralmente opposti. In seguito a questi
    tentativi, è diventato di moda separare lo spirituale dal
    politico, vederli come contraddittori o antitetici. Nello stesso
    modo, abbiamo separato lo spirituale e l’erotico, riducendo così lo
    spirituale ad un mondo di piatta affettazione – un mondo dell’ascetica che
    aspira a non sentire nulla. Ma tutto ciò è lontano dalla verità, perchè
    la posizione dell’ascetica è quella della massima pausa, della più grave
    immobilità. La severa astinenza dell’ascetica diventa l’ossessione
    dominante. Ed è quella non di un autodisciplina, ma di un
    auto-abnegazione. La dicotomia tra lo spirituale e il politico è
    anch’essa falsa,risultato di un’incompleta attenzione alla nostra
    consapevolezza erotica. Perchè il ponte che li connette è formato
    dall’erotico, dal sensuale, dalle espressioni fisiche, emotive e psichiche
    di ciò che è più forte,profondo e ricco entro ciascuna di noi: le
    passioni d’amore, nei suoi più profondi significati. La frase “sento che
    mi fa star bene” riconosce la forza dell’erotico come una vera
    consapevolezza; significa che ciò che si sente è la prima e più potente
    luce-guida verso ogni comprensione. E la comprensione è una ancella che
    può solo servire, o chiarificare,quella consapevolezza profondamente
    nata. L’erotico è la nutrice di tutta la nostra più profonda
    coscienza. L’erotico funziona per me in molti modi, ed il primo è nel
    potere che deriva dal condividere profondamente qualcosa con un’altra
    persona. Condividere la gioia, sia fisica che emotiva, psichicha o
    intellettuale crea un ponte tra coloro che la condividono che può essere
    la base per comprendere di più quello che non è condivisotra loro, e
    riduce la minaccia della loro differenza. Un altro modo importante in cui
    la relazione erotica agisce è la sottolineatura aperta e senza paura
    della mia capacità di gioia. Come il mio corpo si distende con la musica e
    si apre in risposta ad essa, ascoltando i suoi ritmi più profondi, così
    ad ogni livello del sentire mi apro all’esperienza eroticamente
    soddisfacente, sia essa danzare, costruire uno scaffale, scrivere un
    poema, esaminare un’idea. Quando questa relazione con me stessa è
    condivisa, è una misura della gioia che so di poter sentire, un promemoria
    della mia capacità di sentire. E quella profonda e insostituibile
    conoscenza della mia capacità di gioia mi porta ad esigere che tutta la
    mia vita venga vissuta nella consapevolezza che questa soddisfazione è
    possibile, e non deve essere chiamata matrimonio, nè dio, nè un’altra
    vita. Questa è una delle ragioni per cui l’erotico è così temuto, è così
    spesso relegato nella camera da letto, oppure non viene addirittura
    riconosciuto.Perchè una volta che cominciamo a sentire profondamente
    tutti gli aspetti delle nostre vite,cominciamo ad esigere di sentirci, e
    che le occupazioni delle nostre vite ci facciano sentire in sintonia
    con quella gioia di cui sappiamo essere capaci. La nostra consapevolezza
    erotica ci potenzia e diventa una lente attraverso la quale scrutiamo
    tutti gli aspetti della nostra esistenza; e ci obbliga a valutare questi
    aspetti onestamente,nei termini del loro relativo significato nelle
    nostre vite. E questa è una seria responsabilità, proiettata all’interno
    di ciascuna di noi, che non ci permette di accontentarci di ciò che è
    conveniente, scadente di accettare l’aspettativa convenzionale, la
    semplice sicurezza. Durante la seconda guerra mondiale, compravamo
    pacchetti sigillati di bianca e incolore margarina,con una minuscola
    pillola colorata di giallo intenso collocata come un topazio proprio
    dentro l’involucro chiaro del pacchetto. Dovevamo lasciare la margarina
    fuori per un pò ad ammorbidire, e poi dovevamo sbriciolare la pillola nel
    pacchetto, distribuendo il ricco colore giallo dentro la massa soffice e
    pallida della margarina. Poi prendendola attentamente tra le
    dita, dovevamo impastarla dolcemente avanti e indietro, ancora e
    ancora, finchè il colore non si fosse amalgamato in tutta la libbra di
    margarina, lasciondola completamente colorata. Considero l’erotico come un
    simile nucleo in me stessa. Quando viene liberato dalla sua costrittiva
    pillola, fluisce e colora intensamente la mia vita con una energia che
    innalza, sensibilizza e rafforza tutta la mia esperienza.

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  • Moon power

    Troppo tempo che non scrivo
    Troppe cose da scrivere
    Troppo poco tempo a disposizione
    ma oggi ho trovato un pezzo interessante da condividere

    Si tratta di un pezzo sulla potenza della luna e delle sue fasi lunari. L’astrologa Amy Piermarini divide il mese lunare in otto fasi che corrispondono ad altrettante energie:

    * Luna Nuova * giorno 1-3 e mezzo: sognare nuovi inizi, pagina vuota. La luna nuova (luna scura o senza luna) non è visibile nel cielo notturno, la sua energia può essere usata per creare una visione, un desiderio.

    * Luna Crescente (verso il primo quarto) * giorno 3 e mezzo – 6: iniziare intenzione, speranze, desideri. L’energia della luna crescente può aiutare a organizzare le risorse necessarie per realizzare la visione e il desiderio.

    * Primo quarto * giorno 6 – 9 e mezzo: manifestare sfide, decisioni, azioni. L’energia della mezzaluna crescente può aiutare a utilizzare le risorse per iniziare a completare visione e desiderio.

    * Luna Crescente (verso la luna piena) * giorno 10 – 13 e mezzo: perfezionare regolare, perfezionare, modificare. Questa luna aiuta a mettere a punto gli obiettivi, raccogliere opinioni di altre persone e fare qualche correzioni alla visione e al desiderio.

    * Luna Piena * giorno 13 e mezzo – 17 e mezzo: illuminare firmato, sigillato, timbrato. La luna piena illumina e la sua luce porta alla manifestazione di energie per la visione e per il desiderio. Si è in grado di vedere dove si è in procinto di realizzare la visione e il desiderio.

    * Luna Calante (verso l’ultimo quarto) * giorno 17 e mezzo – 21: condividere gratitudine, condivisione, entusiasmo. L’energia della luna calante consente di distribuire e di condividere ciò che si è imparato in modo da poter avere una più chiara comprensione di cosa fare dopo.

    * Ultimo quarto * giorno 21 – 24 e mezzo: valutare rilasciare, lasciarsi andare, perdonare. Il terzo quarto di luna aiuta a rivedere e / o perfezionare ciò che è stato raccolto durante la luna crescente in modo da poter determinare ciò che è necessario come passo successivo per seguire la visione e il desiderio.

    * Luna Calante (verso la luna nuova) * giorno 24 e mezzo – 28: arrendersi riposare, recuperare. Questa fase è un momento per ritirarsi e lasciare andare gli attaccamenti per far uscire la visione e il desiderio e consentire alla chiarezza di intuire un’altra visione e un altro desiderio con la nuova luna che ci attende …

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  • L’amore infantile (avercelo e praticarlo!!!)

    La primavera, si sa, è la stagione dell’amore. La stagione dei matrimoni. 
    Ho appena partecipato ad un matrimonio, come testimone. E’ la seconda volta. Visto che per me è molto difficile dire con certezza cosa penso del matrimonio preferisco testimoniare la felicità dellla mia amica piuttosto che l’unione tra due persone. 
    Quando ero piccola desideravo sposarmi. 
    Poi ho iniziato a pensare che il matrimonio sia un contratto e che l’amore non si possa contrattare. 
    Poi mi infastidiscono quelli che si sposano in Chiesa, senza frequentarla mai, solo perché “la cerimonia è più bella”. 
    Poi mi chiedo come fai a giurare eterno amore a una persona che magari si rivelerà incapace di amarti. La vita è lunga, si cambia, molto spesso non insieme e non allo stesso modo. 
    Poi so che mi annoio facilmente.
    Poi sono diventata femminista e insomma le donne nella storia non hanno avuto un buon rapporto con il matrimonio – luogo di oppressione patriarcale.
    Poi sabato scorso a Torino c’è stato il Gay Pride e mi rendo conto che ciò che io dò per scontato e posso scegliere per altre persone è negato. Che il matrimonio può essere visto come un diritto civile a molte persone negato. E allora ci pensi di più. 
    Poi altri mille poi potrei aggiungere. 
    Oggi ho avuto la conferma che una persona che non conosco molto bene ma che sento speciale si sposa a fine giugno e mentre ci pensavo ho trovato questo post su facebook (ah potenza della tecnologia!!!) Così lo dedico a lui e alle persone che ai miei “POI” aggiungono … poi c’è l’amore!!! 
     
     
     
    Degli psicologi hanno posto la domanda “Cosa vuol dire amore?” a bambini e bambine dai 4 agli 8 anni.

    1. L’amore è quando esci a mangiare e dai un sacco di patatine fritte a qualcuno senza volere che l’altro le dia a te.
    (Gianluca, 6 anni).


    2. Quando nonna aveva l’artrite e non poteva mettersi più lo smalto,
    nonno lo faceva per lei anche se aveva l’artrite pure lui. Questo è
    l’amore.
    (Rebecca, 8 anni).

    3. L’amore è quando la ragazza si mette il profumo, il ragazzo il dopobarba, poi escono insieme per annusarsi.
    (Martina, 5 anni).

    4. L’amore è la prima cosa che si sente, prima che arrivi la cattiveria.
    (Carlo, 5 anni).

    5. L’amore è quando qualcuno ti fa del male e tu sei molto arrabbiato, ma non strilli per non farlo piangere.
    (Susanna, 5 anni).

    6. L’amore è quella cosa che ci fa sorridere quando siamo stanchi.
    (Tommaso, 4 anni).

    7. L’amore è quando mamma fa il caffè per papà e lo assaggia prima per assicurarsi che sia buono.
    (Daniele, 7 anni).

    8. L’amore è quando mamma dà a papà il pezzo più buono del pollo.
    (Elena, 5 anni).

    9. L’amore è quando il mio cane mi lecca la faccia, anche se l’ho lasciato solo tutta la giornata.
    (Anna Maria, 4 anni).

    10. Non bisogna mai dire “Ti amo” se non è vero. Ma se è vero bisogna dirlo tante volte. Le persone dimenticano.
    (Jessica, 8 anni).

     
     

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  • La piantagione è libera: il raccolto… obbligatorio

    Ieri sera una mia amica parlava dei suoi problemi di vista. La vista diminuisce con l’età. Non per tutti e per tutte ma sostanzialmente accettiamo la decadenza fisica e l’intorpedimento dei sensi come segno dell’età che avanza. Le dicevo che secondo me siamo troppo portate a dimenticare il ciclo delle stagioni con cui la vita ogni anno ci ricorda che tutto ciò che è destinato a morire, rinasce.

    Incredibilmente rinasce. Forse c’è qualcosa di più che possiamo fare. Le facevo questi esempi, basati sulle espressioni che di solito utilizziamo per spiegare le difficoltà con le persone “non ti posso vedere”, “mi sta sullo stomaco”, … così possiamo pensare che sia un gran potere quello che ci viene dato di agire sulla nostra consapevolezza e provare ad amarci di più. A odiare di meno. A perdonare chi ci fa del male. A chiedere perdono alle persone a cui facciamo del male.

    Stamattina ho trovato questo post … che la dice lunga sulla nostra connessione con l’universo!!!

    “Il raffreddore si secca quando il corpo non piange.
    Il mal di gola si manifesta quando non è possibile comunicare le proprie tristezze.
    Lo stomaco brucia quando i problemi non riescono ad uscire.
    Il diabete ti invade quando la solitudine fa male.
    Il corpo ingrassa quando l’insoddisfazione ti tartassa.
    Il mal di testa ti angustia quando i dubbi aumentano.
    Il cuore desiste quando il senso della vita sembra finire.
    L’allergia appare quando il perfezionismo diventa intollerabile.
    Le unghie si spezzano quando le difese vengono minacciate.
    Il petto si comprime quando l’orgoglio ti schiavizza.
    Il cuore subisce un infarto quando sopraggiunge l’ingratitudine.
    La nevrosi ti paralizza quando “il bimbo dentro” diventa un tiranno.
    La febbre brucia quando le difese abbattono i confini dell’immunità.”

    La piantagione è libera: il raccolto … obbligatorio. Ciò che piantiamo è ciò che raccoglieremo … prima o poi!

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  • Luci e ombre

    Una mia amica mi ha appena mandato questa pillola di felicità …

    “La nostra più grande paura non è quella di essere inadeguati
    la nostra più grande paura è quella di essere potenti aldilà di ogni misura.
    E’ la nostra luce, non la nostra oscurità che più ci spaventa.
    Agire da piccolo uomo [e da piccola donna] non aiuta il mondo:
    non c’è nulla di illuminante nel rinchiudersi in se stessi
    così che le persone intorno a noi si sentano insicure.
    Noi siamo nati per rendere manifesta la gloria che c’è dentro di noi.
    Non è solo in alcuni di noi, è in tutti noi.
    Se noi lasciamo la nostra luce splendere
    inconsciamente diamo alle altre persone il permesso di fare lo stesso.
    Appena ci liberiamo della nostra paura
    la nostra presenza automaticamente libera gli altri”. 

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  • Illusioni

    Quante volte ci sentiamo eslcuse

    Quante volte ci sentiamo tradite

    Quante volte ci sentiamo trattate male

    Quante volte pensiamo di ricevere meno di ciò che diamo

    Quante volte vorremmo dire qualcosa e poi rinunciamo

    Quante volte speriamo che sia l’altra persona a fare il primo passo

    e mentre aspettiamo ansiosamente un segno, un gesto, una parola

    e questi non arrivano ecco la rabbia, il dolore, la tristezza.

    Ci chiediamo perché l’altra persona non sente la stessa esigenza.

    Può essere che la senta e non ce la faccia a fare il primo passo.

    Può essere che non la senta, almenon non nel mondo in cui noi vorremmo.

    Poi magari le strade si dividono.

    L’incanto finisce.

    La fascinazione cede il passo alla delusione.

    E pensiamo a cosa abbiamo vissuto.

    Qual è la verità?

    Ma c’è una verità?

    O c’è un raccontarsi una situazione. Partire dal proprio punto di vista e da lì vedere il mondo.

    Incontrare il mondo. E le altre persone.

    In questi giorni di difficoltà relazioni mi è tornato in mente questo estratto dal film Istint – Istinto Primordiale

    http://youtu.be/iXJSbv9TKxU

    che cosa controlliamo davvero noi? Le illusioni.

    che cosa ci possono togliere le altre persone? Le illusioni.

    Ecco perché dopo il giusto dolore, la giusta rabbia, la giusta tristezza possiamo lasciare andare quelle persone che ci fanno

    del male benedicendole per aver portato via l’illusione attraverso cui guardavamo il nostro rapporto con loro.

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  • Seghe mentali

    Un paio di anni fa sono stata ad un convegno di filosofia. E’ stata per me l’occasione di fare esperimenti sociologici su di loro. D’altronde chi è ricercatrice, ricerca sempre. Ovunque. Non è un lavoro, è un’occupazione. Mi ricordo che ad un pranzo ho chiesto a un ragazzo che avrà avuto venticinque anni perché facesse ricerca su un filosofo misconosciuto del Quattrocento. E lui mi ha risposto: “mi piace”. E io: “bene e poi?”.

    Il piacere è un aspetto fondamentale del fare ricerca ma ci deve essere anche un legame con il presente. Altrimenti la ricerca rimane un esercizio intellettuale sterile. In quel contesto ho compreso il concetto di sega mentale. Che senso ha arrovellarsi il cervello su delle figure, su delle parole, su dei fatti se non hanno attinenza col presente? Che senso ha fare ricerca se non c’è un’applicazione all’oggi, alla nostra vita, al miglioramento delle nostre relazioni?

    Questo episodio mi è tornato alla mente durante la lettura di Mary Daly e del suo Quintessenza. A un certo punto Mary fa un attacco al postmodernismo richiamando Virginia Woolf e il problema dello “spreco di tempo / spreco di energia”. I testi postmodernitsti sono frequentemente caratterizzati da un’inscrutabilità criptica che richiede un impiego di tempo e di energia non giustificabile in termini femministi. La seducente eleganza di stile e di riflessioni è dis-orientante e attira le femministe in una casa degli specchi senza vie d’uscita, in un drenaggio dell’intelligenza e nel tradimento della loro causa.

    Molto più semplicemente le donne biologicamente non posso farsi prendere dalle seghe mentali, per quanto seducenti sono. Se le donne perdono il contatto con la realtà e partono in elucubrazioni mentali assumono la postura patriarcale. Succede sempre. Stamattina per esempio ho seguito i vari commenti su facebook relativi all’elezione del Presidente della Repubblica. A un certo punto mi sono detta: ma non c’erano delle candidate? Perché le mie amiche si stanno schierando per Marini o per Rodotà? Che senso ha? Sia ben chiaro, ma questo lo sapete già, a me non serve una Presidente che si comporti come la maggior parte degli uomini che l’hanno preceduta, a me serve qualcuna che abbia voglia di dare un colpo alla struttura. Nei giorni scorsi sono stati fatti nomi di donne e ora? Si risolve ancora tutto in accordi più o meno palesi tra partiti che escludono la presenza femminile. E le donne? Tutte quelle donne impegnate in politica, tutte quelle donne attive nei partiti, nei movimenti, che fanno? Si allineano? Ci sono solo due possibilità di scelta? C’è solo un pro e un contro che poi alla fine è sempre un contro noi donne?

    L’attivismo femminista lavora per purificare le donne dal Coraggio di Vedere Nominare e Agire. Partiamo da qui.

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