Monopoly: abbiamo bisogno della versione in cui le donne sono privilegiate?
La Hasbro, società statunitense che produce giochi e giocattoli, ha creato Ms.Monopoly, il Monopoly dove le donne guadagnano più degli uomini. E allora mi è venuta voglia di fare un post sull’inventrice del Monopoly, Elizabeth Magie.
Elizabeth Magie che nella propria vita fu scrittrice di racconti brevi e di poesie, comica, attrice di scena, femminista, ingegnera e giornalista, nel 1904 crea quello che è riconosciuto come il precursore del Monopoly, The Landlord’s Game.
Elizabeth Magie crea il gioco per sostenere le idee economiche dell’economista statunitense Henry George (il cosiddetto georgismo) con l’obiettivo di dimostrare come gli affitti arricchiscono i proprietari e impoveriscono gli inquilini. Elizabeth sapeva che alcune persone potevano avere difficoltà a capire perché questo accadesse e cosa si potesse fare, e pensava che se le idee georgiane fossero state messe nella forma concreta di un gioco, avrebbero potuto essere più facili da dimostrare. Sperava anche che il gioco, se giocato da bambini e bambine, avrebbe suscitato il loro naturale sospetto di ingiustizia, e che avrebbero potuto portare questa consapevolezza in età adulta. Il Monopoli nasce quindi come strumento didattico per insegnare la sua teoria dell’imposta unica.
Il set aveva regole per due giochi diversi, anti-monopolista e monopolista. Le regole anti-monopolistiche ricompensavano giocatori e giocatrici durante la produzione di ricchezza, mentre le regole monopolistiche avevano lo scopo di formare monopoli e costringere chi non riusciva a pagare soggiorni e tasse a uscire dal gioco. La seconda versione è quella che si è affermata nel tempo e ha contribuito a creare il Monopoli per come lo conosciamo oggi.
Le quattro caselle d’angolo identificavano il punto di partenza (Mother Earth), dove si otteneva anche del denaro a ogni passaggio, la prigione (Jail), il Parco Pubblico, e la casella Vai in Prigione. Al centro di ogni lato è presente una casella che indica una ferrovia.
Mi chiedo – e vi chiedo – se non sia più interessante recuperare il gioco originario e con esso le idee di giustizia sociale della sua inventrice invece di creare “per gioco” delle discriminazioni, questa volta a vantaggio delle donne. Della nuova versione mi piace l’idea che dia risalto alle inventrici e che abbia portato concretamente al sostegno di progetti di giovani donne, ma l’idea che ci siano dei privilegi legati alla biologia non riesco a condividerla (neppure per gioco).